Salute e sicurezza sul posto di lavoro al tempo del Covid-19

Ci sono alcune attività che non si sono mai fermate durante l’emergenza Covid-19 ed altre che stanno progressivamente tornando a pieno regime, ma non possono farlo – e rischiano di essere sospese – se non rispettano il Protocollo che detta le “misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, inizialmente sottoscritto dal Governo il 14.03.2020 e poi aggiornato via via che venivano varati i vari provvedimenti d’urgenza a tutti noti.

In questo momento si pone, infatti, più che mai il problema di regolamentare le condizioni alle quali i lavoratori sono chiamati a prestare la propria attività, perché la loro salute e sicurezza devono essere tutelate prima di tutto e in ogni caso, dato che la nostra Costituzione, all’art. 32, tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività, e che anche il Codice Civile, con l’art. 2087, pone a capo del datore di lavoro l’obbligo di adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori.

Ciò significa che, prioritariamente ad ogni altra esigenza produttiva ed organizzativa, l’impresa deve soddisfare le esigenze di salute e sicurezza dei suoi lavoratori e, qualora non sia in grado di farlo adeguatamente, dovrà sospendere temporaneamente o ridurre la sua attività fino a quando le condizioni di sicurezza non vengano ripristinate.

Ma quali sono le indicazioni operative previste dal Protocollo del Governo? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

1. Prima di tutto si richiede ai datori di lavoro di RIDURRE AL MINIMO LA PRESENZA DEI LAVORATORI IN AZIENDA, collocando a domicilio quelle figure professionali che possono svolgere la propria attività in modalità a distanza (c.d. smart-working), ma anche facendo usufruire ferie, congedi e permessi retribuiti ai dipendenti che li abbiano maturati, sospendendo le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione e ricorrendo alla turnazione dei dipendenti e alla riduzione del loro orario di lavoro, tramite l’accesso agli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione Guadagni e FIS). Devono essere, inoltre, sospese o annullate tutte le trasferte e i viaggi di lavoro, nazionali e internazionali, anche se già concordati o organizzati.

2. Il datore di lavoro deve INFORMARE i lavoratori e chiunque entri in azienda, mediante cartelli e/o depliants informativi collocati negli ingressi e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, circa le disposizioni dell’autorità (obbligo di rimanere a casa in caso di febbre oltre 37,5° o di altri sintomi influenzali, divieto di ingresso o di permanenza in azienda in caso di febbre oltre 37,5°, sintomi influenzali, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc…).

3. Per poter ENTRARE IN AZIENDA: 
      •    i lavoratori: non devono avere una temperatura corporea superiore a 37,5° o altri sintomi influenzali e possono essere sottoposti e controllo con termometro a raggi infrarossi (c.d. termoscanner) o altri strumenti di misurazione, non devono avere avuto contatti con soggetti risultati positivi al Covid-19 negli ultimi 14 giorni né provenire da zone a rischio e, qualora fossero stati contagiati, devono fornire preventivamente una certificazione medica attestante l’avvenuta negativizzazione del tampone;
       •    i fornitori, i clienti e tutti gli esterni: devono essere fatti confluire in azienda con procedure e tempistiche predefinite per evitare o ridurre al minimo il contatto per il personale interno; devono essere loro garantiti servizi igienici separati e igienizzati quotidianamente; gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo e non possono accedere agli uffici per nessun motivo, mentre, per le attività di carico/scarico, i trasportatori devono rimanere a distanza di almeno un metro dalle altre persone presenti.

4. È necessaria la PULIZIA GIORNALIERA e la SANIFICAZIONE PERIODICA DEI LUOGHI DI LAVORO (locali, ambienti, postazioni di lavoro – inclusi tastiere, schermi touch, mouse – e aree comuni e di svago).

5. L’azienda deve dare la possibilità a tutte le persone presenti al suo interno di igienizzare le mani e di lavarle con acqua e sapone, anche collocando dispenser nei diversi locali per renderli accessibili a tutti.

6. I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE: l’azienda deve valutare i rischi a seconda della propria organizzazione e dotare i propri dipendenti dei D.P.I. (in particolare, mascherina, guanti e liquido detergente igienizzante), con queste particolarità:
       •   LE MASCHERINE: ne è obbligatorio l’uso per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni nonché ai lavoratori la cui attività imponga di stare a distanza interpersonale minore di un metro;
       •    I GUANTI, GLI OCCHIALI, LE CUFFIE, LE TUTE, I CAMICI, ecc… devono essere utilizzati nel rispetto dei regolamenti in tutti i casi in cui è necessario, a seconda dell’attività aziendale e della mappatura dei rischi fatta dal datore di lavoro.

7. I LOCALI AZIENDALI E GLI SPAZI COMUNI: in azienda vanno rimodulati gli spazi di lavoro, ad esempio posizionando alcuni dipendenti in uffici inutilizzati e sale riunioni e distanziando le postazioni negli ambienti comuni in modo che sia rispettata la distanza di almeno un metro, e vanno scaglionati gli ingressi/uscite per ridurre il numero di presenze in contemporanea ed evitare gli assembramenti in entrata e uscita.
   È raccomandata la distinzione della porta di ingresso da quella di uscita e la creazione di corridoi con nastri segnaletici per lo spostamento delle persone da un locale all’altro.

Sono vietate le riunioni e i corsi di formazione e/o aggiornamento.
Dev’essere contingentato l’accesso agli spazi comuni (toilettes, distributori di bevande e/o snack, aree fumatori, mensa, spogliatoi, ecc…), con previsione di un tempo massimo di sosta entro tali aree, mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone e ventilazione continua dei locali.

8. SORVEGLIANZA SANITARIA IN AZIENDA: il Medico del lavoro incaricato dall’azienda continua ad effettuare visite periodiche, preventive e al rientro da malattia, rilascia le certificazioni di avvenuta negativizzazione e provvede ad identificare i soggetti a rischio o gli altri particolarmente fragili (anche in relazione all’età o alle loro patologie), nel rispetto della privacy di ognuno, e collabora con il datore di lavoro in fase di reinserimento lavorativo.

Tutto ciò rappresenta, come abbiamo detto, un obbligo per il datore di lavoro, che rischia la sospensione dell’attività e pesanti sanzioni in caso di inadempimento, ma costituisce anche un dovere per il dipendente, che deve collaborare affinché le misure adottate possano essere concretamente applicate nell’ambiente di lavoro.
Il lavoratore, infatti, non può esimersi dal rispettare le regole sulla salute e sicurezza imposte dall’azienda (ad esempio, indossare i guanti e la mascherina) perché potrebbe incorrere in un procedimento disciplinare ed è potere del datore di lavoro controllare che tali regole vengano rispettate e sanzionare il dipendente che le viola. È bene ricordare, infatti, che la SALUTE è un diritto fondamentale non solo per sé, ma anche per i colleghi e per la collettività.

Avv. Silvia Rizzo