L’impatto dei provvedimenti in materia di COVID-19 sulla famiglia

Provvedimenti famigliari dopo il lockdown.

Siamo giunti alla vigilia della riapertura, seppur parziale, del Paese dopo il lungo lockdown dovuto all’emergenza sanitaria. Una attenzione particolare viene qui riservata alla famiglia, atteso che vi è il fondato timore che il prezzo maggiore dell’isolamento sociale e del blocco delle attività produttive venga sopportato dai soggetti tradizionalmente più deboli che, in tale ambito, sono le donne e i bambini.

È noto l’allarme già lanciato a livello globale dall’OMS in materia di violenza domestica, della quale ha segnalato il terribile incremento a causa dell’isolamento sociale, che ha costretto le vittime alla forzata reclusione insieme ai loro aguzzini. Non per tutti, infatti, la casa è stata ed è un luogo sicuro. In Italia si è segnato un consistente aumento dei contatti al numero anti violenza 1522, che dal 1 al 18 aprile 2020 sono saliti a 1037, mentre nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 397 (fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità). A tale proposito, si ricorda l’esistenza dell’app Youpol della Polizia di Stato, che consente la segnalazione di violenze domestiche alle questure, anche in anonimato.

A livello famigliare, si è dovuto fare i conti con un altro grave problema: la chiusura delle scuole. È la prima volta, in epoca moderna, che le “economie avanzate” hanno adottato una così drastica misura per un tempo prolungato.Studenti e scolari hanno visto limitare il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito dagli artt. 33 e 34, e in taluni casi ne sono stati del tutto privati.

Il ricorso alla didattica on-line ha consentito di attutire gli effetti della sospensione delle lezioni tradizionali solo per una fascia degli interessati, con l’esclusione di una buona parte degli aventi diritto. Ci si riferisce ai più piccoli, per i quali è fondamentale la presenza fisica dell’insegnante, a coloro che non possono per ragioni economiche o strutturali seguire le lezioni a distanza (non tutti dispongono di computers e di connessioni wi-fi idonee), e ai disabili.

Inoltre le lezioni da casa prevedono che comunque ad accudire i più piccoli e i bisognosi vi siano i famigliari, i quali sono così costretti a limitare la loro attività lavorativa, attesa la difficoltà economica di sostenere il costo di baby-sitter peraltro scarsi, stante la pandemia in essere. Si tratta di un fenomeno che riguarda particolarmente le donne, alle quali tradizionalmente viene affidata la cura dei figli. Ad oggi i provvedimenti adottati a tutela di un pieno diritto all’istruzione sono scarni.

In attesa della loro auspicata implementazione, si indicano le misure economiche al riguardo, sin qui varate a sostegno delle famiglie:

Congedo parentale: è previsto un congedo indennizzato per la cura dei figli minori per un massimo di 15 giorni.

Possono beneficiarne i dipendenti privati, gli iscritti alla Gestione Separata, i lavoratori autonomi iscritti all’INPS e i dipendenti pubblici. Per la sua fruizione è condizione essenziale che nel nucleo familiare non vi sia un altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno del reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, o disoccupato o non lavoratore.

Il congedo non può essere utilizzato negli stessi giorni da entrambi i genitori, ma solo in modalità alternata, e sempre per un totale complessivo di 15 giorni, ed è incompatibile con la contemporanea fruizione del congedo parentale e i riposi giornalieri per lo stesso figlio da parte dell’altro genitore appartenente al nucleo familiare (fonte: INPS).

Si segnala che è in corso la discussione sul nuovo decreto, che dovrebbe raddoppiare il numero dei giorni di congedo, portandolo a 30 per i genitori di bambini fino a 12 anni usufruibili fino al 30 settembre 2020. In alternativa, e fino ai 16 anni dei figli, si dovrebbe poter chiedere il congedo senza indennità per tutto il tempo della chiusura di scuole e asili nido.

Bonus Baby-Sitter: in alternativa al congedo, per i genitori è prevista la possibilità di richiedere un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting, nel limite massimo di 600,00 euro.

I destinatari di questa misura sono i dipendenti privati, gli iscritti alla Gestione Separata, i lavoratori autonomi. Il contributo viene riconosciuto, inoltre, ai dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, e al personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19; per queste ultime categorie il contributo può arrivare fino a 1.000,00 euro.

È cumulabile con il bonus asili nido 2020, per usufruire del quale è necessario aver sostenuto effettivamente l’onere (fonte: INPS). Anche in questo caso, è in discussione il nuovo decreto, che, atteso il perdurare dell’emergenza, dovrebbe portare rispettivamente a 1.200,00 e a 2.000,00 euro i suddetti bonus.

Permessi della legge 104. Il decreto Cura Italia ha previsto l’incremento del numero di giorni di permesso retribuito di cui all’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, in caso di handicap grave, incrementandoli di 12 giorni. Anche questa misura dovrebbe essere ripetuta nel nuovo decreto in discussione, che dovrebbe prevedere altri 12 giorni di congedo da utilizzare tra maggio e giugno.

Cristina Massocco