La condanna di FCA per corruzione sindacale e l’appello di Amnesty per la libera affiliazione sindacale in Amazon

Qualche settimana fa è stata data la notizia che FCA ha patteggiato una multa di 30 milioni di dollari in relazione ad una delicatissima inchiesta relativa allo scambio di favori tra società e alcuni sindacalisti.
Ovviamente il patteggiamento rappresenta un esplicito riconoscimento della responsabilità da parte di Fca. Peraltro il giudice americano Borman, che ha autorizzato il citato patteggiamento, ha definito “molto serie” la natura e le circostanze del reato. La rappresentante della procura, Erin Shaw, ha definito le accuse mosse nei confronti di Fca una delle maggiori, se non la maggiore, violazioni del Labor Management Relations Act. 

Tutto era partito a seguito di una indagine del 2017 che aveva accertato il versamento da parte della società di 3,5 milioni di dollari in favore di alcuni sindacalisti dello Uaw (Unitid Auto Worker). I soldi sarebbero stati destinati ad alcuni leader sindacali per offrire concessioni e vantaggi a Fiat Chrysler Automobiles durante le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro.
La dazione di denaro non avveniva direttamente ai sindacalisti, ma attraverso un centro di formazione professionale (National Training Center), creato di comune accordo tra azienda e sindacati, che poi faceva arrivare materialmente il denaro ai funzionari sindacali sotto forma di benefit quali vacanze, rimborsi spese e, per il vice segretario del sindacato, l’estinzione di un mutuo di 262 mila dollari. Contemporaneamente al citato patteggiamento della società, tre ex dirigenti Fca e 12 sindacalisti si sono dichiarati colpevoli e sono stati condannati a diversi anni di carcere.
La procuratrice ha affermato che tale condotta aziendale ha gravemente minato la fiducia dei lavoratori nei confronti dei rappresentanti sindacali e nei processi di contrattazione aziendale.
Questo è, purtroppo, l’effetto di simili comportamenti che hanno il risultato di creare una frattura molto profonda nel rapporto tra lavoratori e mondo sindacale. E’ difficile riuscire a farsi rappresentare nuovamente dal sindacato quando il rapporto fiduciario è stato così gravemente compromesso.

Per tale ragione il citato centro di formazione professionale è stato definitivamente chiuso ed è stata nominata una autorità indipendente per verificare l’effettiva estinzione del medesimo ente con l’obbiettivo ulteriore di controllare il rispetto delle norme di legge da parte della società nelle relazioni sindacali. 
Quelli sopra raccontati sono fatti che, anche se verificatisi in un paese così lontano, lasciano una grande amarezza.
E’ altrettanto vero che, storicamente, il sindacato ha, spesso, denunciato molteplici situazioni di dubbia correttezza da parte della nostra pubblica amministrazione, degli Enti ma anche di società private. Vi sono poi tantissimi sindacalisti che, nel silenzio generale, pagano personalmente (spesso in maniera pesante) sulla loro pelle, ogni giorno, la difesa dei diritti dei lavoratori. Mi riferisco, in particolare, ai delegati interni che, quando sostengono o si fanno promotori di rivendicazioni, sono talvolta soggetti a pericolose lusinghe o a gravose ritorsioni da parte della società per la quale lavorano.
Sempre per rimanere negli Stati Uniti è da segnalare la presa di posizione di Amnesty International nei confronti di Amazon: la storica associazione a tutela dei diritti umani è arrivata ad affermare che “Amazon prende di mira e intimidisce i lavoratori che chiedono condizioni di lavoro migliori e più sicure” promuovendo, sul suo sito istituzionale, una raccolta firma da inviare al Ceo di Amazon, Jeff Bezos, al fine di “rispettare il diritto dei lavoratori a iscriversi al sindacato” 1.

Si tratta delle due facce di una stessa medaglia: in entrambe le vicende sopra descritte, infatti, l’obiettivo è di paralizzare l’attività sindacale attraverso intimidazioni o comprandosi il sindacato.
A ben riflettere, questa medaglia, però, rende palese quale sia ancora oggi la grande forza del sindacato. Nessuno intimidisce o tenta di comprare un soggetto irrilevante. Questo le persone che fanno sindacato lo devono avere sempre presente quando siedono ad un tavolo di trattativa.

Avv. Alessio Veggiari