Cambiamenti climatici: alcune doverose riflessioni

Con il presente articolo si inaugura un nuovo filone di riflessioni che non sono legate al diritto del lavoro, come accaduto sino ad ora, bensì all’ambiente. Come avrete avuto modo di verificare navigando nel nostro sito, infatti, lo studio è molto attento e sensibile alle tematiche legale alla difesa della natura. Di tanto in tanto, quando incontreremo spunti interessanti, è nostra intenzione proporveli dando risalto ad una problematica centrale della nostra esistenza. Con la speranza che gli articoli possano incontrare l’interesse del lettore, ma possano rappresentare anche uno spunto per la adozione di nuovi e concreti comportamenti.

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Compare sul sito internet del sole 24 ore un articolo molto interessante dal titolo “Incendi e siccità senza precedenti: ora dal Far West americano si scappa” a firma di Elena Comelli. 1
In questo articolo viene descritta l’attuale (e molto grave) situazione ambientale che i cittadini degli stati dell’ovest americano (una volta meta ambita) si trovano quotidianamente ad affrontare. Oregon, California, Utah e Nevada sono, infatti, colpiti da gravissimi incendi e da una persistente siccità (con livelli di precipitazione molto bassi, mai registrati negli ultimi 140 anni), che sta rapidamente compromettendo le riserve idriche. Le ripercussioni, già ora, sono molto pesanti sia per quanto attiene l’attività produttiva (in particolare quella agricola/alimentare, edilizia), sia sulla vita quotidiana dei cittadini (in alcuni casi costretti a servirsi di autocisterne per poter avere acqua potabile). Tale situazione, inutile dirlo, rischia di portare alla desertificazione umana di alcune zone di questi stati.  

Paradossale che tali eventi si verifichino in un paese nel quale il precedente presidente “liquidava il riscaldamento globale come una «bufala» inventata dai cinesi per «azzoppare» l’economia americana”, e perlopiù twittava: “fa freddo, servirebbe un po’ di riscaldamento globale”. 2 Lasciando agli storici il giudizio su questa pagina recente della nostra vita, ci interessava rendervi partecipi di un paio di riflessioni. 
La prima: la leggenda della tecnologia come salvifica risposta ai cambiamenti climatici. Ci si racconta spesso (e noi facciamo nostro – forse un po’ troppo acriticamente – questo messaggio), che la tecnologia ha già in sé tutte le risposte necessarie a superare il problema degli enormi danni che abbiamo provocato all’ambiente. Sembra, a leggere certe notizie, che non ci sia problema ambientale che non abbia una semplice soluzione ad hoc dell’industria. Ma l’articolo, con il suo eloquente racconto, non si riferisce ad un paese del terzo mondo, bensì agli Stati Uniti, Paese al quale tutti noi riconosciamo la leadership tecnologica mondiale. È allora evidente che, allo stato, nessuna risposta tecnologica è in grado, da sola, di porre rimedio ai cambiamenti climatici in atto. E ciò è talmente vero che essi hanno colpito, tra gli altri Stati, anche la California, che nell’area a sud ospita la Silicon Valley, ovvero la culla tecnologica mondiale. Ciò nonostante dalla California oggi si è costretti a scappare.

La seconda: quando si parla di cambiamenti climatici si pone al centro sempre e solo l’uomo ed i suoi bisogni. Questo è, a parer nostro, il vero, drammatico errore che si continua a commettere. Se si continua a pensare solo ed esclusivamente al benessere umano, non si va da nessuna parte. Se scoppiano incendi o le riserve idriche di un paese si esauriscono, infatti, le persone che lo vivono possono (certo, con molti disagi) spostarsi. Ma gli animali e le piante che in quell’ambiente vivono da secoli, semplicemente muoiono. Vittime innocenti dei nostri comportamenti.
Come se ne esce? A nostro modesto parere è necessario che, sin da subito, ognuno di noi si renda conto di essere inserito in un sistema molto delicato di interazione con l’ambiente e si faccia carico della sua parte, prendendosi cura di ogni singolo gesto che compie nel corso della giornata. Ad esempio:

• posso evitare la bottiglia di plastica per l’acqua e prendere una borraccia (che peraltro la mantiene a temperatura corretta e non lascia residui in ciò che bevo)?
• posso tenermi la carta in tasca e gettarla in un cestino?
• vivo in una casa? perché non mi prendo cura degli spazi verdi pubblici che sono vicini? perché non porto da bere alle piante e agli alberi? 3

Domande che hanno risposte semplici. In fondo si tratta di piccoli gesti.

Iniziamo a cambiare? 

Avv. Alessio Veggiari