25 settembre 2020: l’incontro con il dott. Raffaele Guariniello

Sarà stato un caso, ma la data scelta per il convegno, ripianificato a causa dell’emergenza epidemiologica, è caduta proprio in corrispondenza della giornata mondiale per la giustizia climatica. Per una persona, il dott. Guariniello, che come giudice ha combattuto una vita a difesa dell’ambiente, credo si tratti di una coincidenza molto significativa. Per noi l’occasione di tributare una giornata di lavoro ad un tema, la tutela dell’ambiente, molto sentito in studio, tanto da divenire una delle nostre aree di vocazione e di intervento. Prima di scrivere queste poche righe ho preferito lasciare decantare le sensazioni. Per evitare di scrivere d’impulso, nel vivo delle emozioni vissute. Cercando, in definitiva, di fare un quadro quanto più oggettivo possibile di ciò che è emerso.

L’idea dello studio è stata di organizzare un convegno dal taglio inconsueto, che non trattasse esclusivamente questioni tecnico giuridiche, ma che consentisse di conoscere un po’ più da vicino il nostro ospite, attraverso il racconto della sua storia, vista da un punto di vista umano, oltre che professionale. In tal senso abbiamo appreso quale sia stato il ruolo dei genitori, dei maestri, quali vittorie e quali sconfitte, come ha saputo gestire i tanti successi, ma anche le inevitabili delusioni professionali, oltre che i valori e le emozioni che lo hanno accompagnato lungo tutta la sua carriera.

Il dott. Guariniello ha risposto in maniera puntuale e con grande semplicità, ricordando i risultati raggiunti e la capacità di lasciarseli alle spalle, per fissare subito dei nuovi obiettivi, per continuare a dare significato alla vita.
Sul tema del diritto, quello vivo delle aule di giustizia, preferito a quello teorico delle aule universitarie ha sottolineato che “Il diritto non serve a nulla se rimane pura teoria”. Parlando di ingiustizia ci ha ricordato che “non viviamo nel migliore dei mondi possibili”, ma che la vera domanda è se abbiamo fatto del nostro meglio, il resto non conta, è più importante guardare avanti.

Si è anche parlato dei figli e di come sia possibile educarli rispetto ai grandi valori, a proposito dei quali ci ha ricordato che attraverso l’esempio possiamo trasferire molto di più di quanto non riusciremo a fare con lunghi discorsi.
In termini di concretezza, caratteristica che lo identifica particolarmente, il dott. Guariniello ci insegna che fatica e perseveranza sono requisiti imprescindibili.

La mattinata è stata anche l’occasione per raccogliere indicazioni importanti e altrettanti spunti di riflessione. In ordine ai magistrati, ad esempio, il suo pensiero, condiviso, è che dovrebbero astenersi dal fare politica: “Se proprio non può farne a meno, dovrebbe sentire il dovere morale di non rientrare o, quantomeno, dovrebbero passare anni prima di un ritorno alla magistratura”.

Interessante anche il suo punto di vista rispetto ai politici, che a suo dire non sarebbero sempre impreparati e poco inclini al lavoro. Lo testimoniano i lavori parlamentari, verificabili e disponibili sul web, che peraltro risultano molto interessanti e ricchi di spunti. In tal senso ha invitato, giovani e meno giovani, allo studio e al continuo aggiornamento, sacrificio necessario per poter esercitare certe attività.

Personalmente ho condiviso la sua idea sulla assoluta necessità di istituire una procura nazionale per gli infortuni sul lavoro e la tutela dell’ambiente. Sulla specializzazione dei magistrati, capaci di intervenire con indagini rapide ed omogenee su tutto il territorio nazionale. Si potrà realizzare in un prossimo futuro? “rischierebbe di funzionare” la sua risposta, proferita in un sorriso un po’ironico e un po’ amaro.

A proposito di futuro sono stati affrontati anche temi di attualità: dal “5g” alla tutela della privacy delle persone, messa sempre più in discussione dal proliferare di una tecnologia per certi versi sempre più invadente.

Dal punto di vista umano, il tratto distintivo e unificante che lo ha caratterizzato per tutto il tempo, dalla prima conversazione telefonica finalizzata all’organizzazione del convegno, al saluto in stazione ferroviaria in concomitanza del suo rientro, è stata l’estrema umiltà, la pacatezza e una naturale e coinvolgente gentilezza nei modi.

Un modo di essere ed una cultura personale molto lontani da certe manifestazioni di esasperato protagonismo che si stanno sempre più diffondendo ai giorni nostri, rischiando così di divenire patrimonio comune.

Per tanti aspetti mi sono sentito a casa: la sua particolare sensibilità verso i soggetti più deboli, la centralità della tutela dell’ambiente, la difesa della salute dei lavoratori che deve venire prima della tutela del posto di lavoro, l’impresa come oggetto sociale.
Per certi aspetti, al contempo, mi sono sentito sideralmente lontano: la sua immensa cultura giuridica, i grandi maestri, la capacità di mantenere una certa serenità anche nei momenti difficili, resistendo alla tentazione di piangersi addosso.

Al termine della mattinata ci siamo congedati in un’atmosfera di piacere arricchita da una maggior coscienza. Con la consapevolezza di avere ospitato una persona che ha contaminato, con i suoi modi, le sue idee e il suo stile, tutti i presenti.
Come cittadino e come uomo lo ringrazio per le innumerevoli battaglie che ha compiuto nell’interesse di noi tutti. A lui va il mio più sincero augurio di raccogliere ancora grandi soddisfazioni nel ruolo di Presidente del gruppo di lavoro che il Ministro Costa gli ha voluto affidare, per occuparsi della gestione di 32 milioni di tonnellate di amianto, ancora presenti sul territorio nazionale.